Opitrad - L'esperienza Opitrad nella traduzione di schede alimentari per il web

L’esperienza Opitrad nella traduzione di schede alimentari per il web

Traduzione di schede alimentari per il web: una sintesi operativa

Sono proprio contenta e orgogliosa. In questi ultimi mesi, l’agenzia che coordino è stata protagonista di un progetto molto articolato: il portale multilingue Food in Italy, dedicato alla promozione delle realtà gastronomiche del nostro paese.
Opitrad è stata contattata da Italia On Line per tradurre in lingua inglese svariate centinaia di schede che parlavano dei prodotti tipici italiani. L’operazione si è rivelata stimolante e istruttiva, infatti in questo periodo la nostra agenzia ha affinato le proprie competenze in ambito digitale. Volendo fare una sintesi operativa di tutto il progetto, sottolineo che per fornire traduzioni di schede alimentari a livello professionale occorre prestare particolare cura ad almeno 3 fattori:

  • Omogeneità
  • Metadati
  • Coordinamento

Professionalità: la marcia in più per effettuare la traduzione di schede alimentari per il web

Tutte le schede di Food in Italy dovevano essere chiare e leggibili, questo è ovvio. Meno ovvio, invece, è l’impatto che dovevano generare. Se in alcuni casi (il settore della moda, ad esempio) il traduttore professionista è tenuto, quasi incoraggiato, ad assumere uno stile più creativo e “libero”… qui no.
Le schede alimentari tradotte nella combinazione Italiano-Inglese dovevano avere un linguaggio semplice ed esplicativo, ma soprattutto dovevano “appoggiarsi” a tutta un’impalcatura di norme, didascalie e convenzioni che per forza di cose dovevano essere sempre le stesse. In una parola: omogeneità.

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Devo dire che i miei collaboratori mi hanno molto aiutata in questo ambito, molto spesso collegato ai cosiddetti metadati ovvero alle informazioni (perdonatemi la parola) formattate con stili e attributi particolari. Ecco perché paragonerei questo enorme progetto di traduzioni per il settore alimentare a un grande concerto nel quale io ho avuto l’onore di vestire i panni, in quanto coordinatrice, del direttore d’orchestra. E sia ben chiaro: senza strumentisti (leggasi: traduttori) non si sente nessuna musica 

🙂

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