Tradurre e interpretare sono due attività ad appannaggio prettamente femminile, che ben si contestualizzano nell’ambito di Gamma Forum, il più importante evento nazionale sulle tematiche di imprenditoria femminile e giovanile che quest’anno si tiene il 15 novembre a Milano.
Traduttori e interpreti però svolgono due attività ben distinte che richiedono percorsi di studi molto diversi, mentre spesso si tende a confonderle o a far di tutta l’erba un fascio.
Basti pensare all’esempio degli ultimi giorni, in cui si è parlato molto dell’interprete che ha assistito il Presidente Trump durante l’incontro con il Presidente Sergio Mattarella, per via di alcune espressione facciali che hanno destato divertimento e curiosità. In diversi articoli di giornali si è fatto riferimento a lei come traduttrice oppure i termini traduttrice e interprete sono stati usati come sinonimi, come se le due professioni si equivalessero. Vediamo invece perché non sono interscambiabili e richiedono competenze, conoscenze e anche atteggiamenti del tutto diversi.
Traduttori e interpreti: canali di trasmissione
La prima grande distinzione fra le due professioni riguarda il canale attraverso il quale vengono trasmesse le informazioni.
L’interprete utilizza il canale orale e la modalità di fruizione del servizio è immediata.
L’interpretariato infatti avviene sempre ed esclusivamente a voce, che sia simultaneo, consecutivo, di trattativa o chuchotage. L’interprete si trova nello stesso luogo in cui il relatore sta parlando e la traduzione avviene nell’immediato oppure a distanza di alcuni minuti, se siamo in presenza di un interpretariato consecutivo.
L’interprete lavora quindi “qui e ora” e in pochi secondi deve essere in grado di compiere diverse azioni: ascoltare, comprendere, decodificare e riprodurre in un’altra lingua un determinato discorso.
Totalmente diverso è, invece, il lavoro del traduttore, che opera solamente attraverso il canale scritto.
Le modalità di lavoro sono opposte rispetto all’interpretariato. Se l’interprete deve lottare contro le frazioni di secondo, il traduttore si può prendere tutto il tempo necessario alla ricerca del termine giusto e , lavorando sui testi, la scelta di ogni parola diventa fondamentale per la riuscita della traduzione. Il lavoro di traduzione è un lavoro meticoloso, che richiede molta cultura di base, molto ragionamento e molta ricerca e soprattutto un’ottima conoscenza della lingua verso cui si sta traducendo.
Per questo i traduttori traducono quasi sempre e solo verso la propria lingua madre, per riportare nella traduzione tutte le sfumature del testo originale, non solo a livello lessicale ma anche a livello culturale.
Traduttori e interpreti: due percorsi formativi ben distinti
L’interpretariato è una professione per così dire “frenetica”, che non lascia molto spazio al pensiero e alla riflessione, ma si basa su meccanismi veloci che vengono acquisiti tramite corsi e tecniche specifiche che vengono insegnate all’interno del percorso di studi.
Queste tecniche sono moltissime e vanno, ad esempio, dalla memorizzazione a breve e lungo termine, alla capacità di ascolto e presa di note per poter riportare un discorso di 15 – 20 minuti integralmente, alle tecniche di comunicazione strategica per conoscere i ritmi e i tempi delle trattative commerciali e così via.
Ad esempio, per migliorare la propria capacità di tradurre simultaneamente è molto utile la tecnica della traduzione a vista (TAV), in cui gli studenti aspiranti interpreti si trovano davanti un testo che devono tradurre subito dopo averlo letto, senza soffermarsi a pensare a quale sarebbe il termine più appropriato in quel contesto, ma fornendo una traduzione immediata, quasi istintiva.
I traduttori devono invece seguire un’altra strada legata alla morfologia, alla sintassi e alle tecniche di traduzione comparata dei testi delle loro lingue di lavoro oltre che della propria madrelingua, la cui conoscenza deve essere approfondita e ineccepibile. Compito del traduttore è comprendere e riprodurre al meglio le sfumature di uno scritto e per far questo deve conoscere anche approfonditamente la materia di cui tratta il testo: normalmente un traduttore si specializza infatti in quattro o cinque settori.
Il passo da traduttore a copywriter è poi breve, soprattutto per tematiche legate alla comunicazione come la traduzione di brochure o comunicati stampa: spesso il nostro traduttore si trasforma dando ampio spazio alla sua creatività, ecco perché in questi casi parliamo di transcreation.
Tradurre e interpretare richiedono quindi due figure ben distinte. Avete un testo da tradurre o avete bisogno di un interprete per un convegno? Contattateci subito per un preventivo!