Quando traduciamo parole chiave per Google dobbiamo essere “sottili” (e considerare sempre il contesto)
“Tu traduci pure tutto parola per parola”: qualche anno fa, ai traduttori specializzati in siti web poteva ancora capitare di sentirselo dire da un’azienda -committente. Oggi non più.
Oggi che domina AdWords è fondamentale tradurre parole chiave per Google e quindi anche le aziende si sono adeguate a questo (e scusate la parolaccia) trend.
La traduzione professionale per il settore web si è dunque molto arricchita: non più un sito ogni tanto, con eventuale aggiornamento periodico o adattamento dei contenuti tradotti in modo un po’ “meccanico”. Sempre più spesso le aziende (specialmente in ambito B2B) nello spazio digitale traducono meno e con più attenzione alla pertinenza o “rilevanza”, per dirla con una parolona cara non solo ai nerd.
Ecco perché, ferma restando l’abilità di tradurre un contenuto pubblicitario che rimane comunque una competenza imprescindibile in questo settore, è cruciale essere stringati poiché tutte le volte che stiamo traducendo pubblicità per il web dobbiamo diventare “parolieri ad hoc”, quindi orientati a una comunicazione molto essenziale e sottile. Ma il lavoro non si ferma certo qui: vediamo insieme perché.
Tradurre una parola chiave per il web significa (soprattutto) ottimizzarla
“Se traduco pari-pari, non otterrai niente”: quante volte è capitato, a chi offre servizi linguistici per il marketing digitale, di aver voglia di rispondere così a qualche cliente particolarmente “pressante”?
Però non si può: non sarebbe professionale.
Esiste tuttavia un rimedio: mettere il cliente nei panni di chi dovrà leggere quelle stesse parole-chiave alle quali è tanto affezionato.
Il che si traduce in un consiglio molto semplice, sotto forma di domanda: le parole che il cliente vuole e i loro corrispettivi tradotti vogliono dire la stessa cosa?
Questo significa non soltanto che una keyword deve essere tradotta in modo impeccabile: deve essere soprattutto ottimizzata, ovvero adattata ai comportamenti, le usanze e la cultura entro cui andrà a innescare (si spera) un’interazione.
Ecco perché il vero mantra di chi traduce contenuti per il web è diventato (da anni ormai) uno solo: “Ottimizzare le keyword in traduzione”.