Natale in Europa tra tradizioni e traduzioni natalizie

Natale in Europa tra tradizioni e traduzioni natalizie

Ci stiamo avvicinando a Natale: le nostre scrivanie, come ogni anno, fervono di traduzioni di ricette, menù, inviti, eventi che celebrano il Natale in Europa e nel mondo. Quanti di noi hanno già comprato calendari, spuntato i giorni sul calendario e, ormai da tempo , stanno facendo il countdown per essere sempre aggiornati su quanto manchi al tanto atteso Giorno?  Qui a Milano, in realtà, si respira il clima natalizio già da un po’.  Vetrine in corso di allestimento, luminarie per le strade, lanterne, panettoni in bella mostra, alla cui vista realizziamo questa inconfutabile verità e ne assumiamo piena consapevolezza… ci siamo quasi!

Che in Italia sia una festività molto sentita, soprattutto per cibo e tradizioni, non è un territorio inesplorato. Ma come si vive il Natale in Europa? Noi di Opitrad ce lo siamo chiesti e, approfondendo la questione, ci siamo imbattuti nelle più strambe, interessanti e secolari tradizioni sia intracontinentali che oltreoceano.

Per questo, se avete tempo e desiderio di svagarvi un po’, sommersi dai documenti della contabilità che questo magico periodo si porta appresso assieme a lavori “last minute”, scadenze e “similia”, il nostro team ha preparato una piccola sorpresa per voi!

Natale in Europa: tradizioni natalizie europee

In Catalogna, il giorno dell’Immacolata Concezione, per dare ufficialmente il via alle festività natalizie, viene posizionato nelle case il Tió de Nadal (ceppo di Natale). Questo tronchetto viene decorato con occhi, naso e bocca e tutti i giorni i bambini gli danno da mangiare, nella speranza che il giorno di Natale il Tió dia loro in cambio dolci e regali.

Nel vicino Portogallo a Lisbona, per l’esattezza, durante le feste viene montato l’Árvor de Natal più grande del mondo: 76 metri di altezza per 280 tonnellate di peso. Per installarlo sono necessari 2 mesi di tempo e il lavoro di 300 operai.

La Vigilia di Natale è invece il momento più sentito In Ungheria, dove viene chiamata Szent-est, ovvero “Santa Sera” e  le famiglie decorano l’albero con i szaloncukor, piccoli dolcetti di forma ovale a base di marzapane e ricoperti di cioccolato. In Danimarca invece nella stessa serata si ripete una tradizione piuttosto insolita, secondo cui il 24 dicembre viene esposto sul davanzale della finestra un covone di grano per cibare gli uccelli, chiamato juleneg.

In Estonia, per combattere il rigido freddo invernale, al posto del classico brindisi natalizio, ci si ritrova in sauna con amici e parenti per trascorrere alcune ore di relax al caldo. La sauna in Estonia non è però solo una tradizione natalizia, visto che recentemente è diventata patrimonio dell’Unesco!

Dall’Estonia arriviamo alla Norvegia, protagonista di una tradizione alquanto bizzarra: durante il periodo di Avvento i norvegesi sono infatti soliti nascondere tutte le scope presenti in casa. Si tratta di una tradizione legata a una leggenda secondo cui secoli fa streghe e spiriti maligni uscivano alla scoperta alla Vigilia di Natale alla ricerca di scope da cavalcare. Meglio quindi non fargliele trovare se si vuole trascorre un God Jul (Buon Natale).

In Austria non si può festeggiare il Natale senza i Linzer Augen, i classici biscotti di Linz, caratterizzati da un cuore di marmellata che conferisce al biscotto la tipica forma di un occhio (Augen), da cui prendono il nome.

Passato il Natale,  per i giorni successivi del periodo festivo incontriamo altre due tradizioni molto conosciute: il Boxing Day e la Galette de Roi.

Il Boxing Day, che equivale al nostro Santo Stefano, si celebra in Inghilterra e nei Paesi del Commonwealth.

Ma sapete perché è conosciuto con questo nome? L’etimologia di questa festività deriva dal termine inglese box, ovvero scatola, e fa riferimento all’usanza, in voga nell’Ottocento, di regalare alcuni doni ai dipendenti delle classi sociali più povere. Le famiglie più benestanti infatti erano solite preparare apposite scatole contenenti doni e avanzi del pranzo di Natale da condividere con le persone più povere.

Il giorno dell’Epifania che “tutte le feste porta via”, in Francia si conclude con una tradizione “regale”. Alla fine del pranzo si porta in tavola la “Torta dei Re”, la Galette de Rois, al cui interno viene nascosta una piccola statuina di gesso raffigurante appunto un re. Mentre si esegue il taglio della torta, il più piccolo dei presenti al pranzo prende posizione sotto il tavolo e decide a chi assegnare le varie fette di torta. Il fortunato che avrà la fetta che contiene la statuina riceverà una corona, diventando il re della giornata, e a lui si brinda pronunciando la frase le roi boit, che tradotto sarebbe “il re beve”.

Siete curiosi di sapere come si trascorre il Natale nel resto del mondo? Ve lo raccontiamo nel nostro prossimo articolo!

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