L’importanza della traduzione per arrivare al successo editoriale

L’importanza della traduzione per arrivare al successo editoriale

Nell’articolo precedente abbiamo parlato di come scrivere un testo efficace, ma quale connessione esiste tra un testo scritto in modo efficace e la sua traduzione in un’altra lingua?

Diciamo subito che un testo ben scritto mette il traduttore nelle condizioni di cogliere le intenzioni dell’autore e tutte le sfumature dello scritto: consente quindi una traduzione coerente. Se il testo di partenza funziona, non ha incongruenze, lungaggini senza senso, errori di stile o di tono di voce, la sua traslazione in una lingua differente sarà fluida e pertinente.

Non è facile, però, tradurre un testo efficacemente, partendo da un’altra lingua. Nel corso della storia, i traduttori hanno dovuto affrontare molteplici difficoltà, a partire dalla traduzione del titolo di alcuni romanzi famosi sino al lavoro certosino teso a mantenere una coerenza nella traduzione di romanzi molto legati al paese di origine, ai suoi modi di dire, alla sua cultura, o a giochi di parole che hanno senso solo nella lingua di appartenenza.

Vediamo alcuni casi emblematici:

a) La difficoltà di tradurre un titolo

Il famoso romanzo di formazione di J.D. Salinger, “Il giovane Holden”, uscì in America nel 1951 con il titolo di “The Catcher in the Rye” ed ebbe subito un grande successo. Il titolo americano era, però, un’espressione intraducibile, che si rifaceva, persino storpiandolo, al verso di una nota canzone scozzese del Settecento. In America quel titolo funzionava sia per la riconoscibilità del suono sia perché il protagonista del romanzo, Holden Caulfield si ispira, in un passaggio cruciale del libro, proprio a quella poesia. Ogni lingua in cui il romanzo venne tradotto ebbe notevoli problemi nel trovare un titolo adatto, che potesse, tra le altre cose, accontentare anche l’autore, non poco esigente. L’incontentabile Salinger respinse con fermezza molte proposte che cercavano di essere aderenti al titolo inglese. Il traduttore italiano, Jacopo Darca, optò per “Vita da uomo”, poi cambiato ne “Il giovane Holden” nelle successive riedizioni. Einaudi trovò così l’alchimia corretta tra titolo e traduzione dal momento che in Italia, “Il giovane Holden”, resta ancor oggi, uno dei romanzi più letti di sempre.

b) La traduzione di una lingua come traduzione di una cultura

Chi non conosce il celebre “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” (Alice in Wonderland) di Lewis Carroll?  Ebbene, nel tradurre il testo dall’inglese, i traduttori ebbero notevoli difficoltà. Il romanzo del 1865 fa un ampio uso di giochi di parole, figure retoriche, proverbi e continui riferimenti alla cultura inglese, e il tentativo di tradurli da una cultura all’altra ha dato luogo a numerosissime traduzioni: in Italia se ne contano più di cinquanta, ognuna con scelte peculiari, differenti tra loro e rispetto al testo originale, tanto che alla fine ogni traduzione rappresenta un libro a sé.

c) L’errore che perdura

Può capitare che il testo tradotto ottenga un successo così folgorante che un errore continui a perdurare anche quando si è consapevoli della sua natura. Un esempio ci è dato dal titolo di un altro grande classico, “Delitto e Castigo” di Fëdor Dostoevski. Il titolo italiano è frutto di un errore e, cosa più grave, perde di vista l’intenzione dell’autore: il titolo russo utilizza la parola “pena” al posto della parola “castigo” (“Il delitto e la pena”), e mostra un esplicito riferimento, voluto dall’autore, al “Dei delitti e delle pene”, il saggio italiano contro la pena di morte e la tortura di Cesare Beccaria. La traduzione italiana, mutuata da quella francese in cui si era perso il riferimento del titolo originale è, quindi, da ritenersi errata, sia per la scelta della parola “castigo” che si discosta dal significato di “pena”, sia per la mancata assonanza al celebre saggio a cui si vuole fare riferimento. Seppure scorretto, il titolo italiano è stato comunque conservato invariato, anche nelle successive traduzioni perché, nel frattempo, il successo del romanzo fu così grande che non avrebbe avuto senso trasformarne il titolo.

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