Il cioccolato, compagno di vita del traduttore… nelle lunghe notti insonni alla ricerca del termine perduto, ecco che il cioccolato arriva in soccorso del traduttore regalandogli una sferzata di energia e buonumore. Chi di noi non ha mai provato questa sensazione? Se poi si stanno traducendo testi che parlano di cioccolato, il passo è ancora più breve.
Una volta inebriato dai profumi e dagli aromi che il cibo degli dei (kakaw uhana nella lingua dei Maya) emana, ci si può mettere ad analizzare con più attenzione il nostro testo scoprendo un mondo molto complesso e altamente tecnico dietro a quello che per noi è un momento di puro piacere.
Come nasce il cioccolato?
Il cioccolato (o cioccolata, specie se fuso) viene prodotto a partire dai semi dell’albero del cacao. I paesi produttori realizzano e distribuiscono la pasta di cacao, ingrediente fondamentale per la produzione pregiata e artigianale del cioccolato. Nella produzione industriale si crea prevalentemente una miscela di burro di cacao (la parte grassa dei semi di cacao), di semi di cacao, zucchero e altri ingredienti aggiuntivi, come il latte, le mandorle, le nocciole, il pistacchio o altri aromi.
La International Cocoa Organization (ICCO) classifica con la denominazione Fino de Aroma il cacao che possiede un aroma e un gusto deliziosi. I diversi aromi e gusti del cacao derivano dalla varietà, può essere Forastero, Trinitario o Criollo, ma anche dalla composizione del suolo, dal clima e, soprattutto, dal lavoro del coltivatore di cacao. Per garantire un aroma e un gusto speciale al cioccolato, richiede molta attenzione anche la produzione; il nostro seme passa attraverso almeno quattro processi: la fermentazione (fermentation), l’essiccazione (drying), la torrefazione (roasting) e il concaggio (conchage o conching).
La fermentazione e l’essiccazione vengono abitualmente effettuate nelle fattorie del luogo di produzione, subito dopo la raccolta, ma quello che conferisce a ogni prodotto il suo particolare profilo organolettico sono la torrefazione e il concaggio, operazioni a carico degli stabilimenti di produzione.
Il processo chiamato concaggio (da conche, il nome delle apposite macchine impastatrici utilizzate), inventato nel 1879 da Rudolph Lindt, consiste nel mantenere a lungo rimescolato il cioccolato fuso per assicurarsi che la miscelazione sia omogenea. Il cioccolato prodotto con questo metodo è il cosiddetto “cioccolato fondente”.
Ora che conosciamo meglio l’alimento di cui siamo particolarmente golosi… vi informiamo che alcuni studi sembrano confermare che il consumo frequente di cioccolato possa condurre a una particolare forma di dipendenza detta, per analogia con l’alcolismo, cioccolismo. Noi, che da bravi traduttori amiamo essere internazionali, potremo dire che siamo chocoholic!