Tradurre la pelletteria vuol dire saper parlare di materiali vivi, straordinari, di processi di lavorazione antichi e di finiture inedite.
Ogni anno si tengono a Milano due importanti saloni che hanno per protagonista l’affascinante universo della pelletteria: MIPEL e LINEAPELLE sono appuntamenti imprescindibili per gli esperti del settore e per gli appassionati di borse e altri prodotti in pelle.
L’Italia spicca in questo universo per numero di aziende specializzate, ricercate soprattutto dai brand del lusso internazionale. Ma che sia di lusso o di grande distribuzione, la pelletteria è un settore della traduzione che richiede competenza e precisione.
Pelle o cuoio? Una distinzione tutta italiana
In inglese è sempre leather, in francese cuir, ma in italiano abbiamo due termini per denominare la materia prima per eccellenza della pelletteria, non interscambiabili: tra gli addetti ai lavori, infatti, pelle e cuoio indicano due prodotti diversi.
La distinzione sta nel processo di produzione: con pelle si indica genericamente la macrocategoria, ossia i materiali derivati dal derma di un animale. Il cuoio invece è un pellame molto rigido ottenuto tramite un procedimento di concia vegetale, un tempo riservato alla realizzazione delle suole delle scarpe. Oggi in verità il termine cuoio viene impropriamente impiegato per indicare qualsiasi tipo di pellame conciato al vegetale.
Tradurre la pelletteria, tra fiore, crosta e grana
Addentrandosi nei dettagli della composizione e lavorazione delle pelli, si scopre una terminologia ricca; conoscerla è imprescindibile per capire, e quindi tradurre correttamente, i testi più tecnici della pelletteria.
Ecco un esempio: una volta ottenuta la pelle dai capi di bestiame (si tratta quasi esclusivamente di animali destinati alla macellazione), la si divide in due o più strati: quello superiore è detto fiore ed è la parte più resistente e pregiata; quello inferiore, interno, è invece la crosta, meno resistente e quindi impiegata per articoli di pelletteria più economici. I pellami pieno fiore sono i più pregiati, quelli che non hanno subìto trattamenti nella parte fiore. In inglese le due sezioni si chiamano grain e split, in francese fleur e refente.
Con il termine grana (grain, sia EN che FR) si descrivono invece le caratteristiche naturali dei pori, diverse a secondo dell’animale, che determinano la resa al tatto.
Tradurre la pelletteria per noi è un po’ come toccare con mano una storia di eccellenza e amore per la materia prima e il design, un fascino che cerchiamo di trasmettere in tutti i progetti che seguiamo.